
Profughi nella striscia di Gaza (foto AFP/Sir)
I patriarchi e i capi delle Chiese di Gerusalemme hanno diffuso un accorato appello contro la sofferenza e la devastazione in corso a Gaza, definendola una «profonda tragedia morale e umanitaria». Nella loro dichiarazione denunciano il massiccio sfollamento della popolazione palestinese, sottolineando che le famiglie di Gaza non devono essere costrette all’esilio. Secondo i leader cristiani, l’ingiustizia di questa espulsione forzata minaccia la dignità umana e viola il diritto delle persone a rimanere nella propria terra d’origine.
I firmatari, tra cui il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, e altri rappresentanti delle Chiese cristiane e cattoliche, ribadiscono che la loro fede impone di difendere la dignità di ogni essere umano. Per questo, esprimono il loro sostegno alle posizioni del re Abdullah II di Giordania e del presidente egiziano Al-Sisi, che si oppongono fermamente alla rimozione forzata della popolazione di Gaza.
Nella dichiarazione, i leader delle Chiese cristiane chiedono il rilascio di tutti i prigionieri da entrambe le parti, affinché possano riunirsi alle loro famiglie in sicurezza. Fanno inoltre appello alla comunità internazionale affinché intervenga con urgenza per fermare la crisi umanitaria, garantendo un accesso immediato e senza restrizioni agli aiuti umanitari.
Infine, i patriarchi e i capi religiosi invocano la sacralità della vita umana e il dovere morale di proteggere i più vulnerabili. Sottolineano che abbandonare il popolo di Gaza significherebbe tradire la comune umanità e permettere che la disperazione e la distruzione abbiano il sopravvento.
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