Pasqua in Sardegna, l’offerta ricettiva tra riaperture e sentieri da potenziare Amaduzzi (Assohotel): "Il turismo sarà soprattutto interno, dovremmo puntare maggiormente sulla sentieristica

Un sentiero montano nell’Isola | Foto Forestas

Si avvicinano le festività pasquali, periodo in cui le attività ricettive nelle zone più votate al turismo stagionale riprendono a riaprire i battenti. Le date festive, sia religiose che laiche, vicine tra loro potrebbero dare qualche vantaggio agli imprenditori. Con qualche attività in più pronta, rispetto agli ultmi anni, a offrire pacchetti già per il ponte tra Pasqua e Pasquetta tra il 20 e il 21 aprile.

Movimento interno

Sarà però soprattutto il turismo interno a far da trascinatore a Pasqua, anche secondo le associazioni di categoria.

«Sarà una Pasqua alta, come si dice in gergo, più vicina al primo maggio – ha affermato su Radio Kalaritana il presidente regionale di Assohotel Carlo Amaduzzi – Quindi alcuni alberghi in più rispetto agli ultimi anni potranno aprire. Anche se resta un po’ una scommessa per il meteo, ma noi speriamo che ci sia bel tempo a partire tra Pasqua e Pasquetta, che possono rappresentare due-tre giorni di movimento. Anche se sarà un movimento soprattutto interno all’isola. Non tutto il sistema turistico si mette in moto, perché ciò vuol dire avere negozi, pub, chioschi, sentieri aperti, dato che la balneazione in questo periodo pasquale è difficile».

Un futuro differente

Una situazione che chiarisce difetti e potenzialità del turismo isolano, guardando soprattutto alle alternative che potrebbero allungare la stagione secondo Amaduzzi.

«Immaginiamo se in Sardegna avessimo una rete di sentieristica come negli Appennini o sulle Alpi, come in Umbria dove l’alta stagione avviene con le escursioni, sia fatte a piedi che in bicicletta – ha continuato – il presidente regionale di Assohotel – Proviamo tutti a immaginare una grande rete sentieristica di tutti i nuraghi dell’isola: finiremmo per avere il più grande parco archeologico del Mediterraneo. Ma potremmo immaginare anche sentieri che uniscono le diverse coste dell’isola. In questo modo si potrebbe diversificare l’offerta, includendo anche la Sardegna interna».

Un luogo da cui prendere esempio si troverebbe già a pochi chilometri di distanza dal punto più settentrionale dell’isola. «Non so se la Sardegna sia pronta ad avere progetti simili – ha proseguito Amaduzzi – ma faccio un appello. Abbiamo la Corsica qui a due passi, un’isola che avendo un tipo di costa a picco offre tantissima sentieristica, che rappresenta circa l’80% delle presenze. Si arriva in cima alle vette e si trovano affittacamere, B&B, ristoranti: tutte attività integrate al territorio. Questo è solo un esempio di turismo extrabalneare che viene offerto e che potremmo studiare».

Ascolta l’intervista: https://shorturl.at/FTgO0

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