Povertà in crescita: serve un’azione pubblica immediata Nunzia De Capite (Caritas) al Sir: «La povertà non può essere trattata come un fenomeno marginale»

Nunzia De Capite (foto Siciliani-Gennari/SIR)

L’ultimo rapporto Istat evidenzia una situazione allarmante per le famiglie italiane con redditi bassi: il 94% di loro ha visto peggiorare la propria condizione economica. L’Assegno di inclusione (Adi), introdotto nel 2023, ha aggravato la situazione, escludendo 620.000 famiglie dagli aiuti e riducendo del 30% il sostegno per altre 230.000.

Nunzia De Capite, esperta del servizio advocacy della Caritas Italiana, ha dichiarato, in un’intervento pubblicato dal Sir, che «la povertà viene trattata dalle politiche pubbliche come un fenomeno marginale, nonostante i dati Istat e Caritas indichino un aumento della povertà, specie tra giovani e lavoratori, e una sua normalizzazione».

L’abolizione del Reddito di cittadinanza e l’introduzione dell’Adi hanno portato a un drastico ridimensionamento delle misure di sostegno. «Oggi più che mai il contrasto alla povertà, considerata l’entità e le caratteristiche del fenomeno, deve tornare a essere una priorità ineludibile per l’azione pubblica dei prossimi mesi», ha sottolineato De Capite al Sir.

La legge di bilancio 2025 ha introdotto alcune correzioni, ma il problema rimane. «Gli effetti dell’Adi sono critici: riduzione dei beneficiari, esclusione di molte famiglie povere, taglio degli importi per chi resta e scarso accesso al Supporto formazione e lavoro per gli occupabili», ha aggiunto l’esperta nell’intervento.

Secondo la Caritas, servono interventi strutturali e un ripensamento complessivo delle politiche di contrasto alla povertà, per evitare che la situazione peggiori ulteriormente.

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