Tumbarello: il rapporto tra medico e paziente deve essere empatico Convegno sull'importanza della comunicazione in medicina all'Ospedale Brotzu

Sullo sfondo l’ospedale Brotzu e nel riquadro il dottor Roberto Tumbarello

Venerdì 18 ottobre, a partire dalle 8.00, l’Aula Atza dell’Ospedale San Michele dell’ARNAS G. Brotzu ospiterà un convegno dedicato all’importanza della comunicazione in medicina. L’evento, organizzato dalla struttura di cardiologia pediatrica e cardiopatie congenite del nosocomio, sotto la direzione del dottor Roberto Tumbarello, riunirà esperti provenienti da diverse discipline, dalla medicina alle scienze umane e sociali.

Dal modello paternalistico al contratto terapeutico

L’incontro si concentrerà sull’evoluzione della relazione medico-paziente, mettendo in risalto come il vecchio modello paternalistico, in cui il medico prendeva tutte le decisioni e il paziente si affidava passivamente, sia stato superato. Oggi si parla di un “contratto terapeutico”, dove il paziente partecipa attivamente al proprio percorso di cura. A riguardo, la direttrice azienda ospedaliera Brotzu, Agnese Foddis, ha sottolineato che il paziente moderno è molto più informato e richiede una maggiore condivisione delle informazioni rispetto al passato.

L’importanza dell’ascolto e della comunicazione empatica

Per rispondere a questa nuova esigenza, la capacità di ascolto diventa una delle competenze principali per i medici. Secondo il dottor Tumbarello, “è fondamentale che il paziente comprenda e condivida le informazioni fornite. La medicina deve basarsi su un flusso continuo e bidirezionale di informazioni, che permetta di costruire un rapporto empatico e paritario. L’obiettivo – afferma – non è più che il paziente subisca le decisioni, ma che si senta parte attiva nella gestione della sua salute”.

La comunicazione non verbale: più del 50% del messaggio

Un aspetto cruciale del convegno sarà l’analisi della comunicazione non verbale, che rappresenta la quota maggiore (circa il 50%) nel processo comunicativo con il paziente. Solo una piccola parte della comunicazione è verbale (circa il 10%), mentre il restante 40% è paraverbale, ovvero legato al tono di voce, al ritmo e al volume. Questo dimostra che, oltre alle parole, sono essenziali anche il modo in cui i concetti vengono esposti, compresi gli atteggiamenti del corpo, la postura e le espressioni facciali.

La sfida della multiculturalità nella comunicazione medica

Un altro tema di grande rilevanza che sarà affrontato nel corso del convegno è quello della multiculturalità. In un contesto come quello italiano, dove convivono persone di culture diverse, è essenziale riflettere su quale modello di comunicazione interculturale sia più appropriato. Concetti come la morte, la sofferenza e la malattia assumono significati molto differenti in base alle culture, e i medici devono saper adattare il proprio approccio comunicativo per rispondere a queste diversità.

La comunicazione come base del rapporto di fiducia

Al centro del convegno ci sarà la riflessione su come una buona comunicazione sia la base per instaurare un rapporto di fiducia tra medico e paziente. Se il paziente percepisce una comunicazione non appropriata o insufficiente, la relazione rischia di deteriorarsi. È quindi fondamentale che i medici non solo forniscano le informazioni corrette, ma lo facciano in modo tale da essere comprese e condivise, rafforzando così il legame di fiducia che è alla base di un percorso terapeutico efficace.

L’evento gode del patrocinio degli  Ordini provinciali dei medici e degli avvocati, e dagli Ordini regionali degli psicologi e dei giornalisti.

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Kalaritana Media